Una premessa è doverosa e deve servire soprattutto al grande pubblico televisivo: non cerchiamo nella fiction I Medici, in onda da martedì in prima serata su Rai 1, verità storiche assolute, perché non ci sono. Non c’è nemmeno attinenza totale ai fatti. Tuttalpiù c’è verosimiglianza. Insomma, come sempre succede nelle fiction, soprattutto in quelle che risentono dell’influenza americana o guardano al mercato d’Oltreoceano non conta la storia, ma il racconto televisivo o cinematografico che ne può scaturire. Lo ammette pubblicamente anche Frank Spotnitz, creatore, autore e produttore esecutivo della fiction prodotta della Lux Vide di Matilde e Luca Bernabei con la Rai. Per rendere interessante una saga come quella dei Medici ci voleva anzitutto uno spunto di partenza. Ecco allora l’idea di creare un giallo sulla morte di Giovanni de’ Medici.
«Non riuscivamo a trovare nessuna informazione sulle cause della morte del patriarca della famiglia – spiega Spotnitz –. Sapevamo che c’erano stati diversi attentati alla sua vita, ma non come fosse morto. Questo vuoto di notizie nei resoconti ci ha portato a supporre che Giovanni fosse stato ucciso. Quest’idea ha subito creato un efficace ingresso nella storia. All’improvviso i figli di Giovanni, Cosimo e Lorenzo, hanno dovuto affrontare il problema di capire chi avesse ucciso il padre e perché». Luca Bernabei, nel corso dell’anteprima ieri a Firenze in uno dei luoghi simbolo dei Medici, il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, ha confermato l’«approccio irriverente», il legame con la modernità, a partire dai costumi, una vera e propria «linea Medici» con colori sfumati tra il blu, il verde e il grigio a richiamare comunque gli effetti della luce dell’epoca. La stessa colonna sonora firmata da Paolo Buonvino, che si avvale anche di una star internazionale come Skin interprete del brano Renaissance, mischia (saggiamente, va detto) il rock con i madrigali. Premesso questo, da martedì assisteremo a un ottimo prodotto televisivo, con gli ingredienti giusti per una fiction: il thriller politico, la lotta per il potere, la vendetta, l’amore, il dramma familiare, il bene e il male («Talvolta è ne cessario agire male per fare il bene», dice Giovanni ai suoi figli). Con interpreti dal grande fascino oltre che dall’indiscutibile bravura e carisma diretti da Sergio Mimica-Gezzan. Uno su tutti: Dustin Hoffman.
Accanto a lui, però, non possiamo non citare Richard Madden o Stuart Martin, Steven Waddington, Brian Cox o Sarah Felderbaum, ma anche i nostri Alessandro Preziosi o Miriam Leone (che nelle vesti di Bianca mostra una bellezza… rinascimentale). Si parte il 18 con i primi due degli otto episodi previsti per quattro serate complessive: Il peccato originale eLa cupola e la dimora, ov- vero dal presunto assassinio di Giovanni (ucciso dal veleno sull’uva che ogni mattina assaggiava direttamente nella vigna), all’ascesa di Cosimo con l’ingaggio del Brunelleschi per tentare di dare finalmente una cupola alla grande cattedrale di Santa Maria del Fiore. Nel mezzo la guerra interna a Firenze con la famiglia degli Albizzi e quella esterna per il dominio su Lucca. Anche le ambientazioni non sono storicamente corrette, successive agli anni rappresentati, ma decisamente affascinanti includendo gran parte della Toscana: Pienza, Montepulciano, Bagno Vignoni, Pistoia… oltre che, ovviamente, Firenze con tanto di suggestiva panoramica (grazie agli effetti speciali) sopra il Duomo senza la Cupola del Brunelleschi.