20 Dicembre 2015
“Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”. L’incipit di Anna Karenina, capolavoro di Tolstoj, vale anche per tutte le fiction che hanno provato a raccontare la famiglia. Impresa titanica, società liquida/famiglia liquida, il concetto di gruppo familiare è cambiato. Gli amici fanno famiglia, le famiglie allargate non si contano, quelle disintegrate neanche. Dal papà vedovo di Un medico in famiglia a quello separato di È arrivata la felicità abbandonato dalla moglie, che cresce da solo i figli, in tv le famiglie sono progressivamente cambiate.
In America Transparent (trasmesso in Italia su Sky) ha raccontato la vita estrema di un padre, stimato professore universitario, che decide di vivere la sua vera identità: si è sempre sentito donna e vivrà l’ultima parte della sua esistenza come Maura, indosserà abiti femminili. Straordinario il protagonista Jeffrey Tambor, geniale la svolta. Maura/Mort Pfefferman, stimato professore universitario in pensione, divorziato, tre figli, a 70 anni getta la maschera con l’affetto e la solidarietà della ex moglie: “Il nostro è stato un matrimonio gay prima che diventasse di moda” gli dice abbracciandolo. Parenthood serie cult della Nbc della numerosa famiglia Braverman, composta da figli nuore nipoti ha provato a conciliare il family drama con la verità della vita. I problemi ci sono, si affrontano, ma si sorride.
Dal 27 dicembre RaiUno propone la versione italiana Tutto può succedere di Lucio Pellegrini, commedia agrodolce con Licia Maglietta, Giorgio Colangeli, Maya Sansa, Pietro Sermonti, Ana Caterina Morariu, Alessandro Tiberi, Camilla Filippi e Fabio Ghidoni. “La sfida maggiore – dice il regista – è stata rappresentare la vita per come è, senza stereotipi, nei momenti di leggerezza e di commozione, dando storie potenti agli adulti quanto ai ragazzi. Questo cast l’ha reso possibile”. Proprio lo spazio dato agli adolescenti è uno dei cambiamenti maggiori rispetto alla serie Usa. “Per il resto – dicono gli sceneggiatori Filippo Gravino, Guido Iuculiano e Michele Pellegrini – siamo rimasti molto fedeli all’arco dei quattro fratelli, facendo un grande lavoro nell’adattare il racconto alla realtà italiana”.
Al centro della storia, ambientata tra Roma e case di famiglia a Fiumicino, ci sono le tre generazioni dei Ferraro: Emma (Maglietta) e Ettore (Colangeli) genitori di quattro figli, Alessandro (Sermonti), Carlo (Tiberi), Sara (Sansa) e Giulia (Morariu) ormai adulti (chi più chi meno) tutti alle prese con la rispettiva prole, problemi, scoperte e crisi. Alessandro, primogenito, sposato con Cristina (Filippi), “è un punto di riferimento, si è preso sempre troppe responsabilità e a volte sbaglia traiettoria” spiega Sermonti. Ha difficoltà a accettare che il figlio minore Max (Roberto Nocchi), possa essere affetto dalla sindrome di Asperger. “Sara invece è scapestrata, torna in famiglia dopo un matrimonio andato male, con due figli adolescenti, chiede sempre aiuto e combina disastri” sorride Maya Sansa.
Poco affidabile è anche Alessandro, almeno finché una sua ex, Feven (Esther Elisha) gli rivela di aver avuto da lui un figlio, Robel, che ora ha cinque anni. È apparentemente più realizzata Giulia, avvocato di successo, che, per Ana Caterina Morariu “combatte la difficoltà, di conciliare lavoro e essere moglie e madre”. A vegliare su tutti la madre Emma, Licia Maglietta con una formidabile capigliatura riccia. “Emma con un solo sguardo sa cosa succede a figli, marito, e nipoti, ma con affetto e una punta di cinismo, cerca di non essere mai invadente”. Colangeli è un padre adorabile: “Un ex sportivo abituato a trasmettere il valore alla disciplina, vorrebbe insegnare ma si ritrova soprattutto a imparare da figli e nipoti”.
La musica è grande protagonista della serie, coprodotta da Rai Fiction e Cattleya: la colonna sonora è di Paolo Buonvino, figurano brani originali come quello d’apertura Tutto può succedere con il testo di Giuliano Sangiorgi, interpretato dai Negramaro e Pinzipo, scritto e interpretato da Raphael Gualazzi, un inno all’ottimismo. Chissà se questa famiglia imperfetta – come tante – e ottimista conquisterà le famiglie davanti alla tv.
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